Da ragazzo a volte dai per scontata la presenza dei tuoi cari. Dai per scontato il fatto che comunque vada la tua famiglia sarà sempre li. Ti sembrano intoccabili e onnipresenti.
Ho perso mio padre nel periodo in cui più ne avevo bisogno. Mi morì in braccio, stremato da una lunga malattia. Non sapevo cosa fare, mi sentivo inutile mentre cercavo con tutte le forze di farlo riprendere. In quel momento mi passavano davanti tutte le cose che avrei voluto dirgli , tutto le cose che rimandavo perchè certo della sua presenza. Tutte le cose che non gli ho mai detto.
La morte di mio padre mi ha fatto cambiare. Mi ha permesso di affrontare i problemi in maniera diversa.
Molto non è dipeso da me ma da un destino che ha voluto che entrassi in esperienze dove ne sono uscito a fatica ma con determinazione. Conscio delle responsabilità nei confronti della mia famiglia.
Ora sono fragile e forte.
Adesso che penso al mio futuro mi mancano i suoi consigli, che allora non comprendevo. Mi manca la sua presenza.
Mi manca mio padre.
Ciao Babbo.
Non c’è più la fresca ombra protettiva
del grande e saggio albero
abbattuto.
Ora tocca a me
rinforzare le penetranti radici,
stendere verso il cielo i robusti rami
e farvi scorrere fresca linfa vitale,
che dia vita ad innumerevoli foglie
e ad una frondosa chioma;
sarà ora la mia ombra
a riparare dai raggi troppo ardenti
i giovani arbusti e gli esili tronchi
che mi sono più vicini.
Mi nutrirò
della sapida memoria della sua vita,
dei racconti che già mi mormora il vento
che ben lo conobbe
e che il fogliame diffonde
di albero in albero.
La pioggia mi accarezzerà
sussurrando il suo nome e ricordando
come fossero accoglienti le sue foglie.
E tutta la vita alata e strisciante
che aveva trovato riparo presso di lui
si aggrapperà alle scaglie
della mia corteccia e troverà
tra i miei frutti e fra le foglie
l’asilo
che temeva di aver perduto.
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